Misteri

I cinesi trasferiscono i segreti industriali delle aziende USA

Negli ultimi anni la lente di ingrandimento è puntata sui segreti delle aziende, piccole o grandi che siano, con lo scopo di scoprire i sistemi di produzione ed annientare l’originalità dei prodotti attraverso il furto di dati relativi a brevetti e processi industriali. Un solo obiettivo: distruggere i concorrenti e acquisire valore sul mercato, dunque denaro.
Se si pensa allo spionaggio industriale si è soliti far riferimento a grandi colossi in ambito scientifico e tecnologico, ma in realtà il rischio è altrettanto alto per le piccole e medie aziende in ogni ambito.
Ne è un esempio il recente caso di spionaggio cinese ai danni degli Stati Uniti. I cinesi andavano alla ricerca non di software ultra tecnologici o prodotti mai visti prima, ma cercavano i segreti sulla creazione di nuovi semi tipi di mais e riso.
Due i casi riportati dalla stampa nazionale. Il primo, ha coinvolto un cittadino cinese residente negli Usa. Per lui non era la prima volta, era stato fermato due anni fa in un terreno della DuPont Pioneer a Tama, Iowa. Proprio il campo dove la società sta sperimentando la nuova coltura di mais. L’uomo è dapprima riuscito a scappare, ma l’Fbi è risalito alla sua identità grazie al numero di targa dell’auto.
Da qui è partita una lunga inchiesta che ha visto l’impiego di microspie per monitorare le mosse del cinese e dei suoi complici. Ne è risultato che i delinquenti viaggiavano in tutto il mondo allo scopo di rubare o comprare illegalmente i campioni dei semi. L’inchiesta si è chiusa con l’arresto del cinese.

Il secondo caso, ha riguardato due impiegati cinesi di una compagnia statunitense impegnata nella sperimentazione di riso geneticamente modificato. I due cercavano di rubare dei semi per passarli ad un laboratorio in Cina. L’operazione si svolgeva nascondendo i campioni sottratti in sacchetti di pop corn o in tovaglioli di carta. Non è chiaro se abbiano agito con l’ausilio di altre persone e se i semi rubati siano effettivamente giunti a destinazione. Se così fosse, l’azienda statunitense subirebbe un il danno di 30-40 milioni di dollari, insieme ad anni di ricerche inutili. Il caso non è stato ancora chiuso

Tali azioni di spionaggio sono spesso facilitate dal fatto che molte imprese non sono ancora equipaggiate contro le intrusioni esterne. Solo attraverso costanti bonifiche ambientali in azienda e attraverso l’ausilio di strumenti di rilevatori di microspie, videosorveglianza e di sicurezza informatica è possibile dire di essere sicuri nei propri ambienti.

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