Salute e benessere

Le unghie dei piedi: il barometro della salute

Le unghie dei piedi più volte possono essere considerate alla maniera di una sorta di barometro della nostra salute. Possono perfino rappresentare uno strumento di diagnosi in grado di mostrare un avviso preliminare della presenza, ovvero dell’insorgenza, di patologie sistemiche. La disgregazione delle unghie per esempio o un accrescimento dello spessore possono essere messe in connessione con la comparsa della psoriasi. Una netta concavità, così come l’arrotondamento dell’unghia verso l’interno invece che verso l’esterno, può stare a palesare una condizione di anemia. Alcune problematiche che coinvolgono l’unghia possono essere motivo di cura in via preventiva con medicinali sia per uso locale sia per uso orale; altre patologie viceversa abbisognano della eliminazione parziale ovverosia totale dell’unghia. Qualunque manifestazione di scolorimento ovvero di infezione delle unghie deve essere valutata senza indugio dal dermatologo. Le due principali patologie che affliggono le unghie sono l’onicocriptosi e l’onicomicosi. L’onicocriptosi (unghia incarnita) è la infermità ungueale più diffusa. Si estrinseca laddove gli angoli o i lati dell’unghia crescono scavando nel tessuto morbido del solco ungueale: ciò è causa di flogosi, arrossamenti e gonfiori. Abitualmente invero le unghie crescono verso l’esterno, ma talvolta uno o ambedue gli angoli curvano provocando la crescita dell’unghia nella carne. Di solito, ad essere più colpito è l’alluce, quantunque tutte le dita siano soggette ad essere colpite dalla malattia. Le cause principali che causano la formazione dell’unghia incarnita sono abitualmente: un taglio irregolare dell’unghia (l’’unghia difatti ha da essere tagliata diritta e gli angoli non devono essere arrotondati), fattori genetici, pressione della scarpa, traumi continuati ai piedi rivenienti dallo svolgimento delle normali attività quotidiane. Nel caso che si sospetta un’infezione causata da un’unghia incarnita, è proponibile sommergere il piede in acqua salata tiepida (oppure con del sapone asettico), applicare un antisettico e bendare la parte. Le persone che soffrono di diabete, di patologie vascolari periferiche oppure di disturbi circolatori in genere devono evitare qualsiasi tipo di trattamento indipendente e rivolgersi a uno specialista quale un dottore dermatologo ovverosia un chirurgo plastico. L’onicomicosi è una infermità che frequentemente è ignorata in quanto l’infezione può essere presente per anni senza cagionare alcuna manifestazione dolorosa. La patologia si contraddistingue per un graduale cambiamento della qualità dell’unghia e del suo colore, che spesso diventa brutta e finanche imbarazzante. La micosi unghia, in realtà, è un’infezione di origine fungina che si presenta sotto la parte esteriore delle unghie. Quando i minuscoli organismi si diffondono, l’unghia diventa di frequente di colore più oscuro e maleodorante. Dei detriti possono concentrarsi sotto la lamina ungueale, delle macchie bianche possono manifestarsi su di essa ed ecco che l’infezione può dilatarsi alle altre unghie minando potenzialmente addirittura la capacità di camminare e pertanto di condurre una vita normale. Ciò a causa del fatto che lo spessore accresciuto dell’unghia rende più complicato il taglio che si riflette sulla calzatura delle scarpe che a sua volta provoca dolore alla camminata. Dacché è molto difficoltoso evitare il contatto con organismi microscopici quali i funghi, le unghie dei piedi sono particolarmente vulnerabili nei pressi delle zone umide dove le persone tendono a passeggiare a piedi scalzi, come le piscine, gli spogliatoi oppure le docce. Le piaghe del letto ungueale rendono poi i soggetti più facilmente bersaglio do qualsivoglia tipo di infezione, comprese quelle di origine micotica. Tutti coloro che soffrono di malattie croniche quali ad esempio il diabete, le patologie circolatorie ovvero l’immunodeficienza, sono molto inclini a prendere l’onicomicosi. Ulteriori fattori che incrementano il pericolo di contrarre la malattia sono il c.d. “piede d’atleta” e la traspirazione eccessiva.

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