Medicina

Operazione emorroidi: la soluzione si chiama metodo THD

 

 

Le emorroidi che ne soffrono quasi la metà della popolazione ed è molto diffusa nei paesi occidentali. Questo problema necessita di una diagnosi precisa e di una cura mirata ed efficace.

Sulla causa delle emorroidi, sono due le teorie sostenute maggiormente dagli esperti. La teoria vascolare sostiene che le emorroidi sono da ricondursi ad un anomalo flusso arterioso che aumenta, mentre quello venoso diminuisce. Tutto questo provoca un ingrandimento del plesso emorroidario e alla fuoriuscita delle emorroidi attraverso l’ano.

La teoria meccanica, invece, pone l’attenzione sull’indebolimento del tessuto sottomucoso presente nella zona dell’ano che, perdendo elasticità, causa la fuoriuscita della mucosa ano-rettale e di conseguenza le emorroidi.

A questi fattori si uniscono anche altre cause come un’alimentazione con poche fibre, una mancanza di attività fisica, ma anche uno sforzo nel defecare oppure fattori legati alla famiglia o all’ambiente.

A seconda dello stadio della patologia si scegliere l’intervento di operazione emorroidi più opportuno per risolvere il problema.

Dopo un esame specifico, viene diagnosticato il grado secondo la scala Goligher. Nel primo stadio le emorroidi escono solo quando si è sottoposti ad uno sforzo. Nel secondo stadio, invece, si ha un prolasso solo durante la defecazione che si riduce al suo termine. Il terzo stadio è caratterizzato da un prolasso persistente che può ridursi con un intervento manuale. Il quarto grado comporta un prolasso permanente che non può essere rientrato tramite manovre manuali.

Per curare definitivamente questo tipo di patologia, tra i metodi che esistono si può ricorrere all’innovativo metodo THD Doppler, un intervento chirurgico mini-invasivo, che viene fatto tranquillamente in day surgery e consente tempi di ripresa molto brevi, che vanno dalle 24 alle 48 ore.

Il metodo THD, è una tecnica che utilizza un doppler per individuare i vasi sanguigni ed effettuarne la legatura.  I  tessuti si sgonfiano e il paziente si sente sollevato.  Tutto questo comporta un dolore davvero minimo in quanto l’operazione non viene fatta nei pressi di terminazioni nervose. Dopo l’intervento il paziente in 1 o 2 giorni, riprende le sue attività quotidiane e non deve più preoccuparsi di un’eventuale ricaduta, salvo rarissimi casi.

 

 

 

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