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Come funzionano i rubinetti a risparmio idrico

Aprendo il rubinetto, la stragrande maggioranza delle persone non si accorge nemmeno di quanta acqua viene quotidianamente sprecata, magari mantenendola aperta per compiere altri gesti di routine e lasciando che la stessa sgorghi senza una reale utilità. Ciò che avviene ogni giorno è deleterio per due principali motivi.

Il primo è che l’acqua è una delle risorse più importanti del nostro pianeta, che deve essere preservata da ogni forma di spreco e centellinata, per evitare di ampliare ancora di più la forbice tra le zone che la possiedono in abbondanza e quelle nelle quali scarseggia.

Il secondo, più pratico, è il costo aggiuntivo in bolletta che finiamo per trovarci inconsapevolmente a fine mese, quando potremmo risparmiare un’ingente somma di denaro da destinare ad usi migliori.

Un valido aiuto in tal senso giunge dai rubinetti o miscelatori di nuova generazione, già dotati internamente di dispositivi atti a limitare il consumo idrico o comunque predisposti ad una modifica in tal senso.

In questo articolo vedremo nel dettaglio tre utili soluzioni per tentare di ovviare quanto più possibile al problema, seguendo anche le informazioni reperite dal nostro consulto con il servizio idraulico www.idraulicobolognaeprovincia.it, attivo nella provincia emiliana da diverso tempo.

Tipologie e funzionamento dei rubinetti a risparmio idrico

Mediamente da un rubinetto fuoriescono circa 12 litri di acqua al minuto, ma oggi è possibile limitare questo esorbitante numero fino a ridurlo a soli 5 litri. Ciò è possibile grazie ai miscelatori a risparmio idrico, che si suddividono in tre tipologie differenti nell’utilizzo e nella resa:

  • Miscelatori riduttori di flusso: si tratta di piccoli apparecchi posizionabili all’interno del rubinetto e che per questo necessitano dell’intervento di un idraulico esperto, per evitare di compromettere la funzionalità dell’intero sistema.
    Gli stessi limitano la fuoriuscita di acqua, creando una sorta di barriera che va ad influire sul flusso dell’acqua, che ne risulta ridotto a volte in modo eccessivo.
    Per questo la soluzione migliore consiste nel suo inserimento all’interno della cartuccia del miscelatore, permettendo di mantenere così una pressione adeguata pur riducendo di circa il 50% l’erogazione dell’acqua.
    Tale ipotesi è probabilmente la più scomoda, in quanto nel corso del tempo tenderanno inevitabilmente a formarsi accumuli di calcare, richiedendo nuovamente un intervento per smontare il tutto e risolvere il problema.
  • – Miscelatori con frangiflutto: questa tecnologia prevede una miscela di acqua ed aria al momento dell’apertura del rubinetto, consentendo di impiegare una minore quantità della prima, circa il 70% in meno, prevedendo però la stessa intensità.
    Molti miscelatori di ultima uscita già contengono questo dispositivo all’interno che, in ogni modo, si trova facilmente in commercio a prezzi modici e può essere montato autonomamente anche da coloro che non hanno alcuna nozione base di idraulica.
    Si tratta di filtri in resine autopulenti da collocare proprio nella parte finale del rubinetto, avvitando con un semplice movimento della mano, da cambiare ogni qualvolta gli stessi risultino usurati ed evitando così i depositi di calcare che potrebbero danneggiare il dispositivo.
  • – Miscelatore con interruttori di flusso: molto spesso si tende a non chiudere l’acqua anche quando non è in quel preciso istante necessaria, per evitare di perdere la giusta temperatura trovata.
    Questo tipo di miscelatore fornisce la corretta soluzione al problema, permettendo di sospendere l’erogazione in determinati momenti, per poi riprenderla alle stesse condizioni climatiche e di pressione di prima.
    Molto utile sotto la doccia, questo procedimento garantisce tuttavia un risparmio minore, che si attesta tra il 10% ed il 30% e pertanto è efficace se abbinato ad uno degli altri sistemi citati.

Leggi anche: Quando cambiare la cartuccia del miscelatore.

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