Dieta e Alimentazione

Vino di alta qualità, un’eccellenza italiana

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo”. Così parlava Ernest Hemingway, che con un bicchiere di vino arricchiva le sue serate parigine alla ricerca di esperienze di vita per i suoi romanzi di successo. In Occidente, le prime testimonianze della viticoltura sono fatte risalire alla Mesopotamia, dove avvenne la prima rivoluzione umana che portò all’abbandono del nomadismo e alla conseguente nascita dell’agricoltura. Da quel momento, il vino ha accompagnato l’uomo in tutte le epoche, accomunando classi sociali diversissime e collegando, nella sua filiera produttiva, contadini e regnanti.

In Italia, la coltivazione della vite e la produzione del vino iniziarono in Sicilia per raggiungere progressivamente il Settentrione. Qui, in Piemonte e più precisamente nelle Langhe, la morfologia del territorio e la varietà del terreno (che passava da argilloso a sabbioso) hanno reso questa zona una delle patrie mondiali del buon bere. Vini Vietti come il Barbera e Barolo sicuramente diranno qualcosa a qualsiasi lettore, ma questi colli danno vita ad altre pregevoli varietà di uva.

Sui Colli Tortonesi si produce il Timorasso, un vino bianco con note fruttate e di miele, secco ma avvolgente, colorato di un giallo limpido e intenso. La fermentazione di solito avviene in parte in ceramica e in parte in legno, il che conferisce al vino grande intensità al palato.

Spostandoci un po’ più a ovest e rimanendo nella categoria dei bianchi, scopriamo nei pressi di Asti la produzione di un altro prodotto di pregio, il Moscato d’Asti: di queste coltivazioni, solo una piccola parte viene selezionata per produrre il Moscato Cascinetta, scegliendo l’uva migliore da piante dell’età media di 40 anni. Il Moscato, si caratterizza per la sua leggera frizzantezza e per la dolcezza data dall’intenso aroma di pesche e zenzero, caratteristiche che lo rendono adatto soprattutto per un aperitivo o per un fine pasto.

Ma nonostante certe varietà non abbiano bisogno di presentazioni, non possiamo trascendere dalle punte di diamante del panorama vinicolo piemontese e italiano.

Citiamo innanzitutto il Barbera, in particolare nella variante del Barbera d’Asti: un vino di gran classe, che grazie alla sua struttura equilibrata riesce a coprire elegantemente il grado alcolico elevato, anche nel caso di varianti più invecchiate. Il colore è il tipico rosso rubino, il sapore ha note minerali con sentori di vaniglia ed è apprezzato per la sua acidità che lo rende fresco e versatile a varie tipologie di pasto.

Infine, da un vitigno di gran pregio, nasce uno dei simboli delle Langhe e del Piemonte: parliamo del Nebbiolo da cui si ricava il Barolo nelle sue numerose varianti, come quella del Castiglione, Brunate, Ravera.

Sono differenze significative, che formano uno spettro di sapori che va dallo strutturato al morbido e fruttato, perlopiù dovute all’esposizione al sole e al terreno di coltura, che anche a pochi chilometri di distanza si presenta profondamente differente.

Ciò che condividono tutte queste varianti, sono la loro intensità e persistenza al palato, accompagnate da un bilanciamento perfetto tra componenti dure e morbide. Queste caratteristiche lo hanno reso uno dei vini più apprezzati da esperti e riviste internazionali, arrivando a ricevere (nell’annata 2016) una quotazione Parker di 100/100.

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