Economia e lavoro

Mancano 27 sedute all’introduzione della Tobin Tax sulle azioni italiane

L’introduzione della nuova tassa sulle transazioni finanziarie in Italia  (Tobin tax)  avverrà in 2 fasi:  dal prossimo marzo entrerà in vigore sui titoli azionari e dal 1° Luglio colpirà l’operatività sui derivati.

 

In realtà questa imposta dello 0.12% sul valore transato, non colpirà tutte le azioni italiane ma esenterà il pagamento in 3 fattispecie:

 

1. Quando si chiude la posizione nell’intraday evitando l’overnight

2. Quando si negoziano titoli con una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di euro

3. Quando si vende una posizione detenuta in portafoglio, in quanto la tassa si applicherà alle sole  operazioni di acquisto.

 

Da queste considerazioni è evidente che il gettito auspicato dal Governo (circa 1 miliardo euro) difficilmente verrà raggiunto in quanto la tassa esenterà un grande numero di strumenti finanziari (azioni estere, derivati esteri, Forex, commodities, Etf ecc) e colpirà un ristretto numero di azioni italiane (circa il 20%)  solo qualora si tengano in portafoglio per più giorni.

 

In questo caso l’imposta sarà piuttosto gravosa in quanto utilizzando il simulatore del sito www.tobin.tax.it  si scopre che eseguendo una sola operazione multiday al giorno da 20.000€ su una Blue Chips italiana si pagherà una imposta di ben 6.336 euro all’anno.

 

 Considerando anche l’impatto delle imposte di bollo e delle commissioni di negoziazione (in media 8€ a eseguito) i costi fissi crescerebbero a 10.770 euro. Ciò vuol dire che avendo a disposizione un capitale  di 100.000€ il break even ovvero il punto che consente di pareggiare  i soli costi sarebbe oltre il 13%. In effetti reali profitti si avrebbero (considerando anche il capitale gain del 20%) solo dopo aver guadagnato più di 13.000 euro. Per consultare un video con altri esempi: http://www.youtube.com/watch?v=riOPERDk-Xc

 

No Comments Found

Leave a Reply