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Come funziona l’inchiostro per inkjet, quanto fa risparmiare

Il segmento di mercato delle ricariche per stampanti è sostenuto da un’ampia varietà di prodotti e genera un indotto dai volumi significativi, non solo per le aziende ‘ufficiali’ del settore, ma anche per aziende che hanno saputo inserirsi nel business e offrire prodotti a costi più bassi, configurando allo stesso tempo un’alternativa per i consumatori alle costose cartucce originali. Le stampanti inkjet sono alimentate da quattro serbatoi, per i colori nero, ciano, giallo e magenta. All’esaurirsi di una delle quattro cartucce occorre provvedere alla sua sostituzione. L’alternativa low cost in grado di porre un argine al caro-cartucce è rappresentata dal kit di ricarica fai-da-te. Secondo le stime di settore, sostituire gli inchiostri Epson, Canon, ecc. alle cartucce di serie equivale ad abbattere i costi di ricarica fino all’80%.

Cos’è il kit di ricarica

I kit di ricarica (o di rigenerazione) hanno un costo d’acquisto variabile e che può anche non superare i 15 euro di spesa. All’interno del kit sono presenti, a seconda della scelta del consumatore, la fialetta o le fialette di inchiostro, una siringa, guanti usa e getta e, anche se non sempre, l’occorrente per la pulizia della testina. Si consiglia di aprire con cautela il kit e, ancora di più, la fialetta che contiene l’inchiostro per la ricarica. Per ricaricare il serbatoio in totale autonomia si consiglia di cercare informazioni specifiche su marca e modello della propria stampante, poiché ogni cartuccia, a seconda della versione, presenta caratteristiche differenti. Sul web è piuttosto semplice riuscire a rintracciare tutorial e guide scritte specificatamente per il proprio dispositivo di stampa, in modo da scongiurare problematiche tecniche che possano danneggiare o compromettere il corretto funzionamento del processo di stampa. In linea generale, occorre rimuovere la cartuccia esaurita e togliere l’etichetta adesiva posta a protezione della facciata su cui andrà inserita la siringa. Individuati i fori per l’immissione dell’inchiostro (non sempre presenti, in alcuni casi occorre realizzare un forellino con un cacciavite), si procede con l’iniezione di inchiostro, ponendo attenzione a non sporcare e a non inserirne più di quanto il serbatoio ne riesca a contenere. Conclusa l’operazione, si ripone l’etichetta al proprio posto e la cartuccia all’interno della stampante. A fine operazione, è opportuno effettuare una stampa di prova, per verificare che l’operazione sia stata eseguita con correttezza.

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